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L’aumento dei prezzi dei materiali edili nel 2022

26.09.2022 | 7 minuti di lettura | Written by Davide S.

Il futuro della gestione del cantiere

Come le soluzioni digitali influiranno sulla gestione dei cantieri nel 2023 e non solo

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Dopo l’emergenza sanitaria il 2022 è stato l’anno della ripresa delle attività anche nell’edilizia. Ma c’è un’altra tendenza nel settore confermata dai dati diffusi dal Ministero delle Infrastrutture: un consistente aumento dei prezzi dei materiali edili che in alcuni casi supera l’80%. Ecco una fotografia del comparto costruttivo oggi e qualche ipotesi per il futuro.

Aumento dei prezzi dei materiali edili

Il Decreto Ministeriale del Ministero delle Infrastrutture pubblicato il 12 maggio 2022 conferma il consistente aumento dei prezzi nell’edilizia nell’ultimo anno in Italia. Si chiama “Rilevazione delle variazioni percentuali, in aumento o in diminuzione, superiori al 8%, verificatesi nel primo semestre dell’anno 2021, dei singoli prezzi dei materiali da costruzione più significativi”.

È stato diffuso pochi giorni prima della pubblicazione del cosiddetto “Decreto aiuti” e ci restituisce una fotografia affidabile e verificata dei più recenti rincari dei materiali edili. Secondo la tabella dell’aumento dei prezzi delle materie prime nel 2022 sono 54 su 56 i materiali che hanno subito un rincaro superiore al 8%. Ciò determina, ovviamente, un aumento complessivo dei costi, sia per quanto riguarda gli appalti pubblici che in grandi e piccoli cantieri privati.

Quali sono i materiali edili che hanno subito maggiori rincari?

In cima alla lista dei materiali edili che hanno visto un consistente aumento dei prezzi ci sono l’acciaio e i suoi derivati che fanno registrare rincari superiori al 70% in un solo anno. Si arriva, addirittura, ad un più 113% per i nastri in acciaio usati nelle barriere stradali e ad un più 84% per le lamiere in acciaio Corten.

Anche per il legname si riscontra un aumento dei prezzi considerevole, del 78%, mentre per il bitume siamo attualmente ad un più 36%. L’aumento del cemento nel 2022, invece, è stato un po’ più contenuto: non si va di molto oltre un incremento del 14%.

Queste variazioni dei prezzi dei materiali edili sono calcolate dal Ministero delle Infrastrutture incrociando le rilevazioni effettuate dall’Istituto nazionale di statistica, dalle Camere di commercio e dai Provveditorati alle opere pubbliche.

Quali sono le cause dell’aumento del prezzo dell’acciaio?

Quasi tutti i materiali edili fanno registrare rincari considerevoli, ma senza dubbio è il settore siderurgico quello che desta maggiori preoccupazioni nel nostro Paese. Le cause di un tale aumento dei prezzi nell’edilizia, in sintesi, si possono indicare nello scoppio della guerra in Ucraina e nel caro energia.

Il conflitto armato cominciato a marzo di quest’anno, infatti, ha dato uno stop all’export di acciaio: il 40% di quello che arrivava annualmente in Italia, infatti, proveniva proprio dal Donbass (e quindi al momento la disponibilità di questa materia prima sul mercato si è ridotta). La bolletta energetica che sta aumentando considerevolmente da mesi ha dato poi il colpo di grazia al prezzo dell’acciaio.

Perché c’è un aumento del cemento nel 2022?

Tra i rincari delle materie prime superiori al 8%, quello del cemento risulta tra i più contenuti (14% circa).

Anche in questo caso, il motivo dell’aumento dei prezzi va ritrovato nella momentanea scarsità dei prodotti fondamentali nei processi di produzione del cemento, abbinata all’intensità dell’incremento del prezzo del gas, il ché rende sempre più complesso il lavoro degli oltre 300 cementifici che operano sul territorio nazionale.

La tendenza al rincaro dei materiali edili continuerà?

Il caro energia e la guerra in Ucraina hanno reso il 2022 un anno complesso per il comparto edile. L’aumento dei prezzi dei materiali edili è una realtà con la quale tutti, fornitori, imprese e committenti, devono fare i conti oggi. Ma quali sono le prospettive per il futuro? Ci sarà un’inversione di tendenza? Si tornerà finalmente ai prezzi precedenti a questa crisi?

Secondo il documento del Meps “European Steel Review”, pubblicato a novembre dello scorso anno, le previsioni sui prezzi dei materiali edili indicano ulteriori aumenti previsti per i prossimi mesi, in particolare per la fine del 2022 e l’inizio del 2023. Nello specifico il trend per i prodotti in acciaio è crescente fino alla metà del prossimo anno e non c’è motivo di credere che le cose andranno diversamente per gli altri materiali edili. Questa dinamica sarà determinata dai continui rincari del gas e dell’elettricità insieme con la forte carenza di materiale.

Oltre all’aumento dei prezzi dei materiali edili, l’attuale situazione internazionale potrebbe comportare, per i cantieri aperti e quelli che apriranno, anche tempi lunghi di consegna. Un’altra eventualità che potrebbe avere conseguenze negative sul settore, rallentando notevolmente il ritmo di lavoro nei cantieri pubblici e privati.

Come l’aumento dei prezzi dei materiali edili impatterà sul settore?

Se il rincaro dei materiali edili è una realtà e se non è destinato ad essere un fenomeno di queste settimane ma a continuare nei mesi a venire, è importante capire come impatterà sui comparto costruttivo nel prossimo futuro.

Certamente il settore edile sta vivendo un paradosso. È cresciuto del 25% rispetto al periodo precedente alla pandemia (2019), ma allo stesso tempo rileva un preoccupante aumento dei prezzi dei materiali edili, e questo non è l’unico fattore da considerare per azzardare una previsione per il futuro.

Il rincaro dei materiali edili, infatti, insieme all’impennata del prezzo del gasolio che alimenta le macchine operatrici, potrebbe portare ad un vero e proprio blocco di diversi lavori già appaltati o concordati, per la mancanza di materiali e l’impossibilità di contenere i costi previsti dai capitolati. Si rischia, insomma, una temporanea paralisi per il settore, perché senza interventi urgenti e strategie, come sottolinea l’ANCE (Associazione Nazionale dei Costruttori Edili) “nessuna impresa, grande, media o piccola, può reggere un impatto così rapido e devastante”.

Come reagire all’incertezza del settore edile?

Per le aziende del comparto costruttivo si tratta certamente di un anno molto impegnativo e rischioso. Affrontare l’aumento dei prezzi dell’edilizia impone diverse scelte, per continuare ad operare sul mercato in modo profittevole.

Certamente è difficile entrare nel merito di ogni singola situazione: ogni azienda è differente, ha committenti e contratti diversi. Ma in linea generale, in un momento storico pieno di incertezza sul futuro e nel quale sono saltate le principali sicurezze che regolavano il settore, ciò che è importante è avere la flessibilità sufficiente per adattarsi ad un comparto in continuo cambiamento, salvaguardando le marginalità.

Sviluppare una flessibilità aziendale in grado di affrontare le sfide di questo periodo, come il rincaro dei materiale edili, significa anche e soprattutto dotarsi di strumenti che consentono di ottimizzare il lavoro.

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La digitalizzazione può essere una risorsa in questo momento di rincari?

L’aumento dei prezzi dei materiali edili nel 2022 porta inevitabilmente le aziende del settore di fronte all’esigenza di razionalizzare le risorse e ottimizzare il lavoro. La digitalizzazione nella gestione dei cantieri è una delle strategie che le imprese edili hanno a disposizione per affrontare le sfide di questo momento.

Spingere sulla digitalizzazione è una delle soluzioni secondo Federcostruzioni, a quanto emerge da un’intervista al vicepresidente, l’architetto Braccio Oddi Baglioni. I vantaggi della digitalizzazione di fronte al rincaro dei materiali edili, infatti, sono innegabili poiché la gestione dei costi realizzativi non solo può essere prevista in modo più preciso ma anche aggiornata con l’evoluzione dei prezzi del mercato, consentendo quindi al committente e all’appaltatore di poter determinare quasi in tempo reale la realizzabilità dell’opera.

Certo, la digitalizzazione del comparto delle costruzioni, da sola, non può consentire di superare indenni questo periodo di incontrollato aumento dei prezzi dei materiali edili, ma per le aziende può essere una delle leve strategiche con le quali cercare di sopravvivere e fare profitti.

I governi dovrebbero impegnarsi a fare il resto, avviando il conflitto ad una fine pacifica e calmierando il prezzo del gas. Non a caso, le ipotesi più accreditate parlano di un’inversione di tendenza per i prezzi delle materie prime a partire dalla metà del 2023, proprio perché si prevede che per quella data, Ucraina a Russia abbiano trovato un accordo.

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