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Porte tagliafuoco: caratteristiche e normativa

10.02.2023 | 7 minuti di lettura | Written by Davide S.

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La sicurezza è uno degli aspetti fondamentali da tenere in considerazione durante la costruzione di un edificio: dalle ispezioni di cantiere alla disposizione degli estintori, le norme necessarie per garantire il rispetto degli standard di sicurezza sono tante, ma tutte ugualmente importanti. 

Fire doors

Questo rigido sistema di regolazioni comprende anche la realizzazione e il montaggio delle porte tagliafuoco (anche dette porte antincendio). Queste porte sono importanti serramenti di protezione passiva, che servono sia ad arginare il propagarsi di un incendio, sia a fornire una via di fuga sicura dall’edificio in situazione di rischio. 

In questo articolo scopriremo caratteristiche e tipologie delle porte antincendio, le norme che ne regolano l’utilizzo e in quali luoghi è obbligatorio installarle. 

Come sono fatte le porte tagliafuoco? 

Le porte tagliafuoco sono composte da diversi materiali, quali: acciaio (il più comune), alluminio, gesso, legno, vetro. Si distinguono da qualsiasi altro tipo di porta per due caratteristiche fondamentali: si chiudono autonomamente e sono altamente resistenti al fuoco. 

Autochiusura 

Consente l’isolamento automatico dell’incendio, impedendone la propagazione. L’autochiusura può essere garantita tramite cerniere a molla, chiudiporta o contrappesi (quando si tratta di portoni scorrevoli). Come si legge nel D.M. 10/03/1998, le porte tagliafuoco non possono essere lasciate aperte tramite zeppe o dispositivi che ne impediscano il corretto funzionamento: possono rimanere aperte quelle porte che dispongono di dispositivi elettromeccanici che si sbloccano automaticamente quando scatta l’allarme antincendio. 

Resistenza al fuoco 

La capacità delle porte antincendio di resistere al fuoco, ed evitare la propagazione di fumo all’interno della struttura, può variare in base alla tipologia di porta e all’utilizzo che ne viene fatto. Per essere immessa sul mercato, è necessario che la porta tagliafuoco sia conforme alle normative sulla sicurezza vigenti e che abbia superato con successo i test sulle varie componenti: viene così determinata la resistenza al fuoco, indicata in minuti. Vediamo meglio come funziona. 

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Resistenza al fuoco: che significa porta REI? 

Il termine porta REI è un modo più tecnico per indicare una porta tagliafuoco. REI è un acronimo che sta per Resistenza, Ermeticità e Isolamento: si tratta di un indice utilizzato per classificare porte, finestre ed altri elementi dalle proprietà ignifughe.  

  • Resistenza: la porta resiste alle fiamme ed è utile nel confinamento dell’incendio, impedendo la propagazione delle fiamme in altri ambienti. 
  • Ermeticità: La porta tagliafuoco impedisce ai gas scaturiti dall’incendio di penetrare fuori dal luogo d’origine dell’incendio. 
  • Isolamento: la porta riesce a ridurre la trasmissione di calore, garantendo l’isolamento termico degli ambienti non coinvolti nell’incendio (entro circa 150 gradi). 

La dicitura REI è seguita poi da un numero, che indica (in minuti) il tempo di resistenza al fuoco garantito dalla porta. Le classi di resistenza al fuoco sono le seguenti: 

10  15  20  30  45  60  90  120  180  240 

Le porte REI più utilizzate (specialmente in autorimesse, locali caldaia, eccetera) sono quelle che garantiscono una resistenza di 120 minuti. 

Leggi anche: Manutenzione impianti: come semplificarla con un facility management software 

Porta tagliafuoco: la normativa che ne regola l’utilizzo 

Chi è che stabilisce se le porte tagliafuoco rispettano questi criteri e possono essere immesse sul mercato? Ci sono delle normative che regolano sia a livello nazionale che europeo la produzione di questi tipo di serramenti: 

  • EN 16034 (normativa Europea) 
  • UNI 9723 (normativa nazionale per l’Italia)  

Le due normative sono molto simili, infatti se la classificazione italiana (come abbiamo spiegato poco fa) si esprime con l’acronimo REI, quella europea è indicata con EI.  

Stando ai dettami del decreto 155/2004 della Gazzetta Ufficiale, però, risulta difficile distinguere le porte di ultima generazione (le normative europee risalgono al vicino 2019), da quelle testate con la meno recente norma UNI 9723, in quanto la classificazione omologativa rimane la stessa. Chiariamo questo concetto tramite due esempi: 

  • Un test effettuato secondo i principi della normativa italiana UNI 9723, dà luogo ad una certificazione di tipo REI, come ad esempio REI90, dove: 
  • R = Resistenza 
  • E = Ermeticità 
  • I = Isolamento 
  • 90 = minuti di resistenza al fuoco 

In Italia la portà verrà omologata dal ministero con la dicitura REI90. 

  • Un test effettuato secondo i principi della normativa europea EN 16034, dà luogo ad una certificazione di tipo EI, come EI290, dove: 
  • E = Ermeticità 
  • I = Isolamento 
  • pendice 2 = misurazione dell’isolamento  
  • 90 = minuti di resistenza al fuoco 

Anche in questo caso, in Italia la porta verrà omologata dal ministero con la dicitura REI90. 

Tipologie di porte tagliafuoco 

Ci sono diversi modelli di porte tagliafuoco sul mercato, ognuna delle quali risponde ad esigenze diverse: 

  • le porte scorrevoli e a scomparsa sono spesso installate negli edifici commerciali, industriali o residenziali, cioè dove è necessaria un’apertura più ampia per consentire il passaggio di macchinari o grandi ingombri; 
  • le porte tagliafuoco a battente sono utilizzate in luoghi pubblici come ospedali, scuole e cucine, ovvero posti molto trafficati in cui il transito deve essere consentito in entrambe le direzioni e la porta può essere facilmente aperta a spinta. Per questo motivo, sono spesso dotate di una finestra vetrata per evitare che due persone spingano la porta in direzioni opposte; 
  • le porte in vetro ignifugo sono formate dall’unione di svariate lastre di vetro unite da speciali resine atossiche. Sono le porte tagliafuoco più piacevoli alla vista, infatti sono quelle più utilizzate in alberghi e moderni luoghi di aggregazione, ideali per chi cerca un prodotto sicuro ma non vuole rinunciare all’estetica. 

Alcune di queste porte sono più adatte ad un uso interno, mentre altre sono maggiormente indicate come uscite di sicurezza. Che differenza c’è tra questi due tipi di porte antincendio? 

  • Porte tagliafuoco interne: servono a contenere l’incendio, confinandolo nella stanza di innesco ed evitando che si propaghi in altre zone dell’edificio. Fungono da scudo termico e sono dotate di cerniere e guarnizioni pensate specificatamente per la funzione antincendio: le guarnizioni, ad esempio, si gonfiano con il calore (senza emettere fumi nocivi), contribuendo ad isolare termicamente la porta e a bloccare l’entrata di fiamme e fumo. 
  • Porte tagliafuoco esterne: sono uscite antincendio e uscite di sicurezza, studiate per garantire una via di fuga sicura nel caso quella principale fosse inaccessibile, pertanto sono dislocate alla fine di vie di fuga (spesso protette da porte tagliafuoco interne). Data la loro fondamentale funzione in situazioni di emergenza, è importante che non vi siano oggetti ad ostacolare l’apertura di queste porte per permettere alle persone di evacuare l’edificio rapidamente e in maniera efficiente.  

In Italia, tutte le porte tagliafuoco devono rispondere alla norma sulla prevenzione degli incendi e l’evacuazione di emergenza (UNI ISO 7010): è necessario riportare una segnaletica di sicurezza sui serramenti, come i cartelli “Maniglione antipanico apertura a spinta” oppure “Porta tagliafuoco a chiusura automatica, non ingombrare gli spazi antistanti”. In questo modo si garantisce che tutti possano individuare facilmente la via di fuga più vicina. 

Porta tagliafuoco: quando è obbligatoria? 

Vista la loro importanza nel garantire la sicurezza di un edificio, l’installazione di porte tagliafuoco è obbligatoria nei luoghi in cui vanno rispettati gli standard di sicurezza relativi a norme antincendio e uscite di emergenza, come anche in posti a rischio incendio o esplosione a causa di materiali infiammabili. Tra questi luoghi, troviamo: 

  • Luoghi pubblici che prevedono l’ingresso di più di una persona per volta, come uffici pubblici, ospedali, centri commerciali, scuole, supermercati; in questi posti, le porte tagliafuoco devono avere un REI minimo di 30. Inoltre, per quanto riguarda strutture come ospedali o alberghi, le porte antincendio devono essere munite di auto-chiusura sia nelle camere degli ospiti che negli spazi comuni; 
  • Locali caldaia se adiacenti o all’interno di un condominio (o una abitazione) che superino i 35 kw; 
  • Garage e autorimesse adiacenti alle abitazioni o all’interno di un condominio. 

Installazione e corretto utilizzo delle porte antincendio 

L’installazione delle porte tagliafuoco può avvenire solo per mano di tecnici specializzati e certificati, come si legge nel Decreto Legislativo 81/08 a proposito della sicurezza sul lavoro 

La procedura di installazione prevede alcuni accorgimenti fondamentali per garantire il corretto funzionamento dei serramenti, come il riempimento con appositi materiali ignifughi dell’intercapedine tra la porta e il telaio: dopo l’installazione, infatti, non deve riscontrarsi la presenza di spazi vuoti che consentirebbero all’ossigeno di passare, e quindi alle fiamme di propagarsi. Anche la fessura che separa il pavimento dalla porta deve essere ridotta al minimo, raggiungendo un’altezza massima di 2 cm. 

Come già accennato nel corso dell’articolo, per garantire un corretto utilizzo dei serramenti tagliafuoco è necessario che non vi sia alcun ingombro che impedisca alla porta di svolgere le sue funzioni isolanti o evacuative.  

Effettuato correttamente il montaggio, l’installatore dovrà redigere e rilasciare la “Dichiarazione di corretta posa in opera dei materiali ai fini della reazione al fuoco”. 

Conclusioni 

Le porte antincendio svolgono un ruolo cruciale nel bloccare le fiamme e minimizzare i danni, per questo è importante che vengano installate ed utilizzate correttamente. Un software come PlanRadar può essere un ottimo alleato per ingegneri e consulenti antincendio, addetti a garantire gli standard di sicurezza italiani ed europei. 

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