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Nuovo Codice Appalti: cosa cambia e perché digitalizzare la vostra impresa con PlanRadar 

13.06.2023 | 8 minuti di lettura | Written by Davide S.

Sfide e previsioni per il settore delle costruzioni nel 2023

Quali sono le principali sfide che il settore delle costruzioni deve affrontare e quali misure possono contribuire a mitigarne l‘impatto?

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Il nuovo codice appalti (denominato dlgs 36/2023) è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 31 marzo 2023, la sua applicazione è divenuta effettiva il 1 aprile 2023, ma soltanto il 1 luglio 2023 la maggior parte degli articoli presenti nel nuovo codice entrerà definitivamente in vigore.  

Cosa cambia con il nuovo codice appalti? La sua applicazione diverrà definitiva e imprescindibile per tutti gli appalti o ci saranno delle eccezioni? Il passaggio dal vecchio al nuovo codice avrà delle conseguenze sulla realizzazione dei progetti legati ai fondi del PNRR?  Nella prima parte dell’articolo daremo una risposta a queste domande, mentre nella seconda parte scopriremo perché Plan Radar è la scelta ideale per gli ingegneri, le imprese e le aziende che hanno la necessità e il desiderio di digitalizzare e modernizzare i propri progetti. 

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Riepilogo

Nuovo codice appalti: principi cardine e novità principali 

Il vecchio codice appalti (denominato dlgs 50/2016) è stato in vigore per ben 7 anni, quindi è normale che tra gli addetti ai lavori ci sia un po’ di preoccupazione per i cambiamenti e le novità contenuti nel nuovo codice. Eppure quest’ultimo, se applicato correttamente e coadiuvato da controlli adeguati e strumenti moderni, potrebbe davvero migliorare e snellire la gestione dei progetti e la loro messa in pratica grazie all’importante enfasi posta su digitalizzazione, semplificazione ed efficienza. 

Questi traguardi, facilmente estrapolabili dai contenuti presenti sul sito ufficiale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, si basano su due principi: 

  • principio del risultato; 
  • principio della fiducia. 

 

Attraverso questi due principi, inoltre, si vogliono raggiungere quegli obiettivi di legalità, trasparenza e concorrenza che possono contribuire in maniera sostanziale alla crescita, alla modernizzazione e al miglioramento dell’edilizia e delle infrastrutture del nostro Paese. 

Nuovo codice appalti: una breve introduzione 

Da questa breve introduzione appare evidente la strada che l’Italia desidera tracciare con il dlgs 36/2023. Ma quali sono le modifiche e le aggiunte principali (rispetto al vecchio dlgs 50/2016) che (si spera) permetteranno all’Italia di raggiungere gli obiettivi sopracitati?  

  • Si è dato ampio spazio alla digitalizzazione integrale, con la creazione di un’ecosistema di approvvigionamento digitale (e-procurement); 
  • sono state riviste e snellite le procedure di affidamento;  
  • è stata operata una revisione dei prezzi, della progettazione e della figura del Responsabile Unico di Progetto 
  • è stato introdotto il subappalto a cascata (vietato nel vecchio codice del 2016); 
  • sono state inoltre apportate modifiche per quanto riguarda l’appalto integrato e la qualificazione delle stazioni appaltanti. 

 

Se siete interessati ad approfondire lo studio degli articoli del codice, o piuttosto vogliate consultare online il nuovo codice nella sua interezza, potete cliccare qui. 

Di seguito, noi ci focalizzeremo sugli aspetti più importanti legati alla digitalizzazione e all’utilizzo di Plan Radar, senza elencare gli articoli né le sezioni presenti nel nuovo codice appalti, ma soltanto rielaborando quelli che sono i concetti più interessanti contenuti al suo interno. Prima però vediamo brevemente le date per l’entrata in vigore del codice, e il suo impatto sui progetti legati ai fondi del PNRR. 

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Entrata in vigore: un po’ di chiarezza sulle date 

Il primo aprile 2023 si è cominciato ad applicare il nuovo codice appalti a tutti i nuovi procedimenti, ma la totalità delle disposizioni contenute al suo interno diverranno completamente attive soltanto a partire dal primo luglio 2023. In questa data è altresì prevista l’abrogazione definitiva del dlgs 50/2016. 

Da ricordare, però, che ai procedimenti in corso continuerà ad essere applicato il vecchio codice appalti (dlgs 50/2016) fino al termine del 2024. La stessa misura è prevista per alcune disposizioni contenute nel vecchio codice appalti. Leggi questo articolo se hai bisogno di conoscere nel dettaglio gli articoli interessati da questo scaglionamento. 

Nuovo codice appalti e PNRR: cosa cambia? 

Il nuovo codice avrà un impatto sui progetti legati ai fondi del PNRR, o per questi continuerà ad essere utilizzato il vecchio codice, insieme alle disposizioni contenute nel decreto-legge 77/2021, cosiddetto Semplificazioni Bis? 

Secondo alcune fonti di riferimento sarà così, mentre per altri i progetti che saranno rivisti e corretti dopo il 1 luglio 2023 dovranno adeguarsi agli articoli contenuti nel nuovo codice appalti. Il nodo della questione non è facile da sciogliere, e sarà di fondamentale importanza capire il prima possibile quale sarà l’iter che seguiranno i progetti legati ai fondi del PNRR. 

Digitalizzazione: il “motore” del nuovo codice appalti 

Impossibile non focalizzarsi sulla parola “digitalizzazione” per presentare il nuovo codice, dato che la sua efficacia nel migliorare la situazione degli appalti in Italia sarà direttamente proporzionale alla capacità di Stato e privati di applicare al meglio (e in maniera coadiuvante) gli strumenti digitali. 

Digitalizzare, infatti, non è più una scelta per uno stato moderno, ma una necessità, dato che sia imprese che stazioni appaltanti non potranno più rimandare l’inevitabile e dovranno necessariamente dotarsi di BIM (Building Information Modeling) per poter partecipare alle gare d’appalto, ma anche per gestire cantieri, realizzare progetti edili oppure opere pubbliche. 

Tutto il nuovo codice è integrato, nella sua totalità, in quello che viene definito ecosistema di approvvigionamento digitale. Quali sono i punti cardine di questo ecosistema? 

  • Banca dati nazionale dei contratti pubblici; 
  • fascicolo virtuale dell’operatore economico; 
  • procedure automatizzate nel ciclo di vita degli appalti pubblici; 
  • digitalizzazione integrale per l’accesso civico; 
  • piattaforme di approvvigionamento digitale; 

Banca dati nazionale dei contratti pubblici e fascicolo virtuale di approvvigionamento digitale 

La banca dati nazionale dei contratti pubblici (BDNCP), la cui origine risale al 2006, è diventata effettivamente operativa dal gennaio 2013, ed è un sistema istituito presso l’Autorità di vigilanza per i contratti pubblici. 

La BDNCP permette alle stazioni appaltanti di verificare la documentazione degli operatori economici, contribuendo ad accelerare e automatizzare il processo di controllo dei requisiti per partecipare alle pubbliche gare di appalto di lavori, forniture e servizi. 

Con il nuovo codice appalti, nella BDNCP verranno conservati i fascicoli virtuali degli operatori economici, essenziali per verificare i requisiti ed eventuali clausole di esclusione. Nella banca dati, inoltre, verranno conservate tutte le informazioni e i dati relativi alla programmazione di lavori servizi e forniture, oltre all’intera procedura del ciclo di vita dei contratti pubblici. 

Procedure automatizzate nel ciclo di vita degli appalti pubblici 

Il nuovo codice degli appalti prevede l’integrale digitalizzazione del ciclo di vita degli appalti pubblici. Cosa significa? 

Citando questa volta direttamente l’articolo 30 del nuovo codice: 

Per migliorare l’efficienza le stazioni appaltanti e gli enti concedenti provvedono, ove possibile, ad automatizzare le proprie attività ricorrendo a soluzioni tecnologiche, ivi incluse l’intelligenza artificiale e le tecnologie di registri distribuiti, nel rispetto delle specifiche disposizioni in materia.” 

L’articolo è quindi autoesplicativo, e concerne la possibilità di enti e stazioni appaltanti di introdurre processi digitali e automatizzati per ottimizzare, e rendere al contempo più oggettivo possibile, l’intero ciclo di vita degli appalti pubblici. Da sottolineare, però, che tale ciclo di vita non potrà essere completamente automatico, perché enti e stazioni appaltanti dovranno comunque supportare e supervisionare il processo di selezione, lasciando l’ultima parola all’intervento umano. 

Al contempo, enti e stazioni appaltanti dovranno garantire: 

“conoscibilità e comprensibilità, per cui ogni operatore economico ha diritto a conoscere l’esistenza di processi decisionali automatizzati che lo riguardino e, in tal caso, a ricevere informazioni significative sulla logica utilizzata per prendere le decisioni”.  

Digitalizzazione integrale per l’accesso civico 

Qualora lo desiderino, tutti i cittadini potranno richiedere la documentazione di gara in formato digitale, secondo i limiti dell’ordinamento vigente. Forse la speranza è quella di dare alla cittadinanza maggiore consapevolezza e capacità di controllo sulla trasparenza e la legittimità delle gare, e di conseguenza sull’assegnazione degli appalti e la loro realizzazione nei tempi e nei modi previsti dalle gare e dalla legge. 

PlanRadar: la piattaforma di approvvigionamento digitale per il futuro della vostra impresa 

Giungiamo infine alle piattaforme di approvvigionamento digitale, con PlanRadar che che si candida ad essere un vero e proprio “asso nella manica” per imprese, ingegneri e architetti che vogliono dotarsi dei migliori strumenti digitali per gestire al meglio la partecipazione alle gare di appalto, oltre che la successiva fase di gestione dei cantieri e realizzazione delle opere. 

Grazie a PlanRadar avrete la possibilità di digitalizzare completamente la documentazione giuridica e burocratica. Avete bisogno di comunicare all’ente di riferimento un’informazione fondamentale per procedere con i lavori? Basterà accedere alla piattaforma, e nel giro di qualche minuto sarete in grado di farlo, senza il bisogno di spostarvi dall’ufficio o dal cantiere. Con Plan Radar, infatti, sarà possibile conservare, modificare e consultare in ogni momento tutta la documentazione giuridica e burocratica, oltre che la modulistica, come rapporti giornalieri e verbali di sopralluogo. 

PlanRadar, però, non si limita ad essere un archivio digitale per la gestione dei documenti, ma vi permette di ottimizzare la gestione dei cantieri e dei vostri progetti edili a 360 gradi. Una volta risolte le questione giuridiche e burocratiche per la partecipazione alle gare pubbliche, infatti, sarete in grado di collegare tutto il vostro team aziendale, e rendere semplici e dirette le comunicazioni tra le varie parti in causa, riducendo al minimo i tempi morti e le attese per proseguire con il progetto.  

Tramite l’app, ad esempio, sarà possibile consultare le planimetrie in ogni momento, modificarle, approvarle e confrontare le varie versioni. 

Adesso che sai qualcosa di più sulla nostra piattaforma, sicuramente vorrai approfondire e conoscere tutte le funzionalità di PlanRadar 

Se invece ti abbiamo già convinto, abbiamo una sorpresa per te! Puoi cominciare subito ad utilizzare PlanRadar: basta registrarsi al sito per ottenere una prova gratuita di 30 giorni che ti permetterà di valutare con mano la semplicità della tua prossima piattaforma di approvvigionamento digitale. 

Inizia in 4 semplici passaggi.

1. Crea un account

2. Carica le planimetrie

3. Invita i membri del team

4. Scarica l’app